Dossier

February 2001

Ue e cibo sano

Edizioni Veronelli n° 57, Bruno Caizzi

Oggi i ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea (Ue) si incontrano a Bruxelles per trovare una soluzione in grado di rassicurare i consumatori di carne, allarmati da quando in Francia sono stati individuati nuovi casi del morbo della mucca pazza (bse). L’aspettativa è per un ennesimo scontro in sede comunitaria tra gli interessi politici dei vari governi e quelli economici influenzati dalle lobby imprenditoriali. Ma tra il Parlamento europeo e la Commissione di Romano Prodi, trapela che l’irritazione dei cittadini potrebbe anche iniziare a far ragionare sulla necessità di rivedere il modo attuale di fare business nel settore alimentare. La paura del morbo della mucca pazza può infatti provocare il declino del cibo prodotto su larga scala con principi industriali. I consumatori potrebbero preferire sempre di più gli alimenti al cento per cento sicuri, prodotti naturalmente in piccole quantità senza fretta e con il lavoro degli uomini (evitando l’intervento di macchine inquinanti). Hanno visto che tanti allevatori e industriali dei mangimi sono arrivati a far “impazzire” gli erbivori, imponendogli farine animali come se fossero carnivori, solo perchè volevano maggiori guadagni. come si farà a convincerli che anche polli, pesci allevati o altri cibi non siano pericolosamente stravolti nella esasperata ricerca del profitto?
Questo scenario annuncia così tempi incerti per le multinazionali e i gruppi alimentari che perseguono solo l’indiscriminato incremento del fatturato e degli utili di breve termine. Migliori prospettive sembrano aprirsi per i piccoli produttori, se saranno in grado di garantire cibo immune dagli interventi rischiosi, usati nelle coltivazioni intensive e negli allevamenti meccanicizzati.
I negozi specializzati in alimenti al cento per cento sicuri potrebbero guadagnare spazio sui supermercati. Ma queste nuove tendenze nei consumi rivoluzionerebbero soprattutto l’agricoltura. Perchè il rifiuto delle carni degli animali gonfiati con farine sospette, organismi geneticamente modificati o ormoni, imporrebbe di moltiplicare le coltivazioni di mangimi naturali. Il conseguente crollo dell’agroindustria genererebbe la necessità di molta più manodopera, sviluppando probabilmente un’infinità di nuovi posti di lavoro.
Il rischio è che gli alimenti sicuri costino inizialmente molto cari. Tra gli ambientalisti però si sostiene che, per calmierare i prezzi, basterebbe indirizzare tutti i sussidi agricoli dell’UE sulle nuove produzioni di cibo al cento per cento sano. Interpellato dal Corriere su questo possibile scenario, Prodi ha rivendicato di aver promosso la nascente Agenzia europea per la sicurezza alimentare. Riguardo a una nuova politica dei sussidi, pur sorridendo sornione, ha invitato a fare la domanda al commissario per l’Agricoltura Fischler.
(tratto da Corriere Economia-Corriere della Sera, 20/11/200).